Stringhetto, realtà veronese tra frutta e cioccolato

L’azienda Stringhetto si trova a Legnago, vicino Verona, una buona occasione da parte dei nostri soci veronesi per visitare questo produttore. L’interesse era evidentemente alto, dato che abbiamo presto esaurito i posti disponibili per questo evento, che erano 15, una valida rappresentanza della nostra associazione. 

È il 1983 quando Fabrizio Stringhetto decide di aprire un’attività di frutta e verdura a Legnago, sia all’ingrosso che al dettaglio. A soli 18 anni il figlio Stefano eredita dal padre la passione per il lavoro e per la cura del prodotto, che lo portano presto a innovare e sperimentare; dopo un approfondito studio e molte prove, nascono così le prime conserve di frutta, rigorosamente senza pectina né addensanti, ma solo con frutta e dolcificate con fruttosio. Una formula voluta per proporre al consumatore un prodotto più vicino alla materia prima e con meno ingredienti, riscontrando un buon successo tra i consumatori. Solo successivamente i prodotti al cioccolato faranno ingresso in azienda, andando ad ampliare il ventaglio dell’offerta. Pochi anni fa l’azienda ha trasferito la produzione in locali molto più ampi nella zona industriale di Legnago.

 

Azienda Stringhetto: ampi spazi e grande disponibilità

 

Siamo stati accolti con tutti gli onori e con grande disponibilità, il locale accoglienza/negozio è molto ampio e allegro. Tanto per iniziare, ci è stato subito offerto un aperitivo a base di Prosecco e sorbetto alla fragola, un fresco piacere, assieme ad alcuni biscotti prodotti in azienda da Andrea Cesaro, responsabile e fantasista del nuovo reparto dedicato appunto alla biscotteria, l’ultimo nato in casa Stringhetto. A proposito, tutta questa produzione è rigorosamente gluten free.

Abbiamo iniziato la nostra visita dal reparto frutte, dove Andrea ci ha illustrato il procedimento e le caratteristiche dei prodotti. Realizzano ben 39 composte di frutta diverse! Il cuore del processo viene realizzato con una macchina Roboqbo che si occupa di concentrare la frutta eliminando buona parte dell’acqua, fino ad arrivare alla consistenza desiderata; la temperatura di lavoro della macchina è di 65°C. Viene aggiunto fruttosio fino a portare il prodotto a 37 brix (in brix è l’unità di misura del contenuto di zuccheri). Per 100 g di prodotto utilizzano 140 g di frutta. Tutte le materie prime utilizzate (frutta e anche qualche verdura) vengono lavate e tagliate sempre e solo a mano. 

 

Preparazione dei tartufi alla nocciola

 

Siamo quindi passati al reparto cioccolato, quello di maggiore interesse per il nostro gruppetto di curiosi. Non è un’azienda bean to bar, almeno per il momento, in quanto tale lavorazione richiederebbe loro troppo impegno in termini di tempo e personale. Come cioccolato utilizzano soprattutto un 72% della Icam, un prodotto versatile, adatto a diverse lavorazioni. Il macchinario che più di altri ha affascinato i presenti è stata la ricopritrice, che abbiamo potuto vedere all’opera nella preparazione di tartufi alla nocciola: in una unica sequenza, viene prima estruso il corpo del tartufo, il quale cade su un una griglia di trasporto che poi passa sotto un velo di cioccolato liquido che lo ricopre; continuando nel suo cammino, il prodotto cade in una vasca tonda dove “scorre” della granella di nocciola che si attacca tutto intorno al tartufo, ancora morbido, e ne completa così la ricopertura esterna. A fine ciclo il tartufo cade nella vasca di raccolta del prodotto (dove abbiamo potuto allungare le mani per un assaggio fresco fresco…). L’utilizzo delle nocciole è uno dei punti forti del reparto cioccolato, e non a caso si tratta esclusivamente di Nocciole Piemonte IGP. Abbiamo quindi visto il mulino a biglie con all’interno un impasto di crema alle nocciole; questo macchinario viene infatti qui utilizzato proprio per preparare le varie spalmabili. Anche in questo caso un assaggio era d’obbligo, anzi anche con qualche bis… Il mulino viene fatto girare per un paio di ore nel caso di creme alle nocciole, mentre necessita di più tempo per la crema al caffè, essendo quest’ultimo più ostico da raffinare. 

 

Degustazione dei cremini 

 

Curiosa la storia che ha portato invece alla realizzazione dei loro cremini: Stefano ci ha raccontato di avere chiesto la ricetta a diversi cioccolatieri ma che nessuno ha voluto fornirgliela (sappiamo bene quanta gelosia ci sia in questo ambiente!). Così con pazienza e a forza di tentativi ha ricercato e sviluppato una sua propria ricetta, la quale è evidentemente risultata vincente visti i riconoscimenti che questi prodotti si sono aggiudicati nel tempo. 

Per quanto riguarda le tavolette, sono dotati di un impianto Selmi in cui sono collegati direttamente in cascata la temperatrice, la colatrice e il tunnel di raffreddamento, in modo da facilitare il lavoro e ottimizzarne i tempi.

L’ultimo reparto visitato è stato quello per i biscotti, devo dire dotati di una piacevole friabilità. Anche qui, il punto di forza è l’uso di pochi e semplici ingredienti.

 

Non poteva mancare la degustazione finale… e che degustazione! Abbiano iniziato con le composte di frutta: fragola, mora, visciola, ribes nero, limone, ananas e zenzero…. Siamo stati noi a dare uno stop, altrimenti saremmo ancora lì ad assaggiare! Tra apprezzamenti e commenti dei presenti, gli assaggi fruttati hanno riscontrato un grande successo. 

Siamo quindi passati alle golosità cioccolatose. Anche qui ci è stata offerta un’ampia varietà di prodotti: tartufo al cocco, tartufo alle nocciole, tartufo al pistacchio, tartufo fondente, cremino al taglio, scorza d’arancia con fondente! E anche qui, tra mugugni di piacere e commenti, abbiamo fatto una bella esperienza sensoriale. 

Al termine della degustazione siamo tornati nell’area negozio, come si conviene, e, come se non bastasse, c’era un omaggio per tutti!  

 

Ci sono piaciuti non solo molti dei prodotti, ma anche l’atmosfera conviviale e amichevole che si percepisce all’interno dell’azienda. Personale sorridente e cordiale, in questa azienda traspira un grande entusiasmo nello svolgere il proprio lavoro e, come diciamo sempre, l’entusiasmo in questo lavoro è condizione indispensabile per ottenere dei buoni prodotti; è un’attività che non può essere svolta con lo spirito dell’impiegato che timbra il cartellino, non darebbe gli stessi risultati. 

 

Con i suoi 15 dipendenti (che diventano molti di più nei periodi di intensa attività) questa azienda nel 2022 ha fatturato due milioni e duecentomila euro. Attualmente esporta solo in Giappone, ma sono allo studio nuovi mercati esteri. Anzi, devo dire che le idee, le intenzioni e le possibilità di espandere l’attività, anche con nuovi prodotti e nuove lavorazioni, non mancano di certo, ma per un’azienda che vuole mantenere l’artigianalità e la qualità ogni passo deve essere valutato con la giusta cautela. Siamo comunque certi delle buone prospettive future. 

E pensare che tutto era partito da un semplice negozio di frutta e verdura… e oggi è possibile trovare i prodotti Stringhetto in oltre 400 punti vendita.

Per chi volesse curiosare ulteriormente, questo è il loro sito 

 

 

26 giugno 2024